Psicologo Psicoterapeuta Criminologo - Trieste


Età Evolutiva - Ansia - DSA Disturbo dell'apprendimento - Disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza


DSA - DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO

Diagnosi di Dislessia 

 

Per formulare la diagnosi di dislessia è necessario:

Avere un livello di lettura, misurato da test standardizzati, sulla performance, sulla velocità o sulla comprensione della lettura, al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata rispetto all’età. Il deficit riscontrato interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura e se presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura devono andare al di là di quelle solitamente associate al deficit in questione. 

I primi segnali appaiono durante la seconda o terza elementare:

Difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto; Incapacità di unire suoni a lettere; Incapacità di riprodurre parole; Difficoltà di apprendimento di nuove parole; Vocabolario ridotto rispetto ad altri bambini della stessa età. 

Ma segnali precoci compaiono durante la scuola materna attraverso la difficoltà a riprodurre i suoni nelle rime e nelle filastrocche. Tale difficoltà è dovuta a una cattiva organizzazione di suoni linguistici, tipici per la riproduzione del linguaggio che permettono di passare da un testo scritto al riconoscimento e identificazione delle lettere di cui sono composte le parole e da cui si estrapola il significato che si vuole comunicare.

 

Potenziamento/Riabilitazione della Dislessia  

 

Il potenziamento delle abilità avviene con l’utilizzo di software specifici (piattaforma Anastasis) e materiale cartaceo costruito ad hoc per  le specificità di quel bambino. Il lavoro sarà programmato sia in studio ma saranno dati anche esercizi da fare a casa per permettere al bambino di “allenarsi” anche in autonomia. 

Per citare alcuni esempi, a seconda delle fase della lettura e delle difficoltà del bambino si utilizzeranno un trattamento sublessicale (lavoriamo su lettere e sillabe), oppure per una fase più avanzata software quali “Occhio alla lettera, Reading Trainer, Migliorare le abilità di Lettura in 15 unità. 

Lo scopo sarà sia quello di migliorare le competenze in esame (l’aspetto deficitario), ma anche promuovere la competenza metacognitiva e l’autonomia lavorando sulle diverse strategie da usare per studiare; promuovere la consapevolezza non tralasciando gli aspetti psicologici ed evitare che si sviluppino altre possibili forme di disagio.

 

Diagnosi di Disortografia  

 

Con il termine Disortografia si intende il Disturbo Specifico della Scrittura, che riguarda lo scarso controllo ortografico. 

Le caratteristiche più comuni della disortografia sono:

Confusione di fonemi e di grafemi; Errori di ortografia; Problemi di scrittura simili ai dislessici; Problemi legati alla codifica di alcune parole scritte; Errori nel copiare le parole; Inversione di sillabe; Tagli arbitrari di parole; Omissione di lettere necessarie in una parola; Coniugazioni di verbi errate; Errori di analisi del testo; Lentezza; esitazione e povertà nella scrittura. 

Si tratta di un problema che insorge, il più delle volte come conseguenza della dislessia, ma in alcuni casi può manifestarsi anche in maniera isolata.

I segni distinguibili della disortografia possono essere:

le omissioni di lettere o parti di parola, per esempio fole per folle

sostituzioni o inversioni di grafemi

errori relativi alle regole ortografiche

errori di separazione o fusione di parole

La diagnosi di disortografia viene fatta per quei bambini che presentano una scrittura lenta o eccessivamente scorretta, che però non è imputabile a una scarsa velocità del gesto motorio, sempre tenendo presente che l’errore non va considerato in merito a fattori esterni, ambientali o psicologici, che, se presenti, possono essere un fattore accentuante.

 

Potenziamento/Riabilitazione della Disortografia 

 

Per citare alcuni esempi di materiali: superquaderno, dal suono al segno, giochi da tavola specifici. 

 

Diagnosi di Disgrafia

 

Con il termine Disgrafia si intende il Disturbo Specifico della Scrittura, che riguarda la realizzazione grafica (grafia).

I bambini affetti da disgrafia hanno spesso un’impugnatura scorretta della penna e faticano a organizzare lo spazio sul foglio, lasciando spazi irregolari tra i simboli grafici, le parole, scrivendo in salita o in discesa e non riuscendo a regolare la pressione della mano sul foglio e, frequentemente, invertendo la direzione del gesto. Altre difficoltà che possono essere presenti sono: nella copia e produzione autonoma di figure geometriche e riproduzione di oggetti o copia di immagini, che risulta carente di particolari; nella copia di parole e di frasi; inversioni nella scrittura dei grafemi; errori attribuibili a una scarsa coordinazione oculo-manuale; il ritmo di scrittura è alterato (eccessivamente lento o veloce) e il gesto non è armonico e frequentemente interrotto con una perdita della naturale curvilineità. 

I bambini disgrafici inoltre spesso lamentano dolore durante la scrittura, che inizia nell’avambraccio e poi si diffonde in tutto il corpo. 

Bambini con disgrafia possono restare indietro nel lavoro scolastico impiegano molto tempo a scrivere e a prendere appunti e per questo possono scoraggiarsi e evitare compiti in cui è richiesto l’uso della scrittura. 

 

Potenziamento/riabilitazione della Disgrafia

 

Il trattamento per la disgrafia varia e può includere esercizi motori, per rafforzare il tono muscolare, migliorare la destrezza e la coordinazione occhio-mano, e di controllo della scrittura, oltre ai trattamenti riguardanti esercizi di memoria o neuropsicologici. L’uso del computer è consigliabile rispetto alla carta. Spesse volte a una riabilitazione cognitiva e motoria neuropsicologica sono affiancati incontri con uno psicoterapeuta adiuvanti al miglioramento del benessere del bambino.

 

Diagnosi di Discalculia 

 

Con il termine Discalculia si intende il Disturbo Specifico del Calcolo, che riguarda l’area matematica.

Discalculia è codificata come «Disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione del calcolo» e include, oltre alle difficoltà nel concetto di numero, memorizzazione di fatti aritmetici, calcolo accurato o fluente, anche le difficoltà nel ragionamento matematico corretto.

Sintomi tipici della discalculia sono:

Difficoltà ad effettuare un conto alla rovescia.

Scarsa capacità di effettuare stime.

Difficoltà nel ricordare i numeri.

Difficoltà nel capire il senso dei numeri.

Lentezza nei calcoli.

Difficoltà nelle procedure matematiche soprattutto quelle più complesse.

Evitamento di attività legate alla matematica che sono percepite come particolarmente difficili.

Scarse abilità aritmetiche mentali.

Il bambino piccolo ha difficoltà nel contare e nell’attribuire numeri a oggetti, non riesce a riconoscere i simboli numerici, quindi non collega, ad esempio, il 6 alla parola sei. Inoltre, fatica a legare un numero a una situazione di vita reale, mostra difficoltà nel ricordare i numeri, soprattutto nel giusto ordine, stenta a ordinare gli elementi per dimensione, forma o colore ed evita giochi in cui è richiesto l’uso dei numeri, il conteggio e altri concetti matematici.

Durante la scuola primaria ha difficoltà a riconoscere i numeri e simboli, fatica nella riproduzione del calcolo di base, usa spesso le dita per contare invece di strategie mentali più sofisticate, non riesce a pianificare la soluzione di un problema di matematica, ha difficoltà a distinguere la sinistra dalla destra e ha uno scarso senso dell’orientamento. Ancora, ha difficoltà a ricordare i numeri di telefono e i punteggi ottenuti in un gioco e se può evita totalmente il gioco in cui è richiesto l’uso dei numeri.

Al liceo si sforza ad applicare, con fatica, i concetti matematici alla vita quotidiana, non riesce a misurare gli ingredienti di una ricetta, cerca strategie per non perdersi e usa tattiche per aggirare i problemi come l’uso di tabelle e grafici.

 

Potenziamento/Riabilitazione della Discalculia  

 

Uno dei programmi per il trattamento più adoperati a livello internazionale è il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein che si prefigge come obiettivi fondamentali l’arricchimento del repertorio individuale delle strategie cognitive necessarie per l’apprendimento e il recupero delle funzioni cognitive carenti (Feuerstein e coll., 2008). Altri materiali che possono essere usati sono ad esempio l’intelligenza numerica, discalculia trainer, e il software La linea dei numeri. 

 

COSA PUÒ FARE LA FAMIGLIA PER ESSERE DI AIUTO 

 

La legge 170 del 2010 tutela i bambini e ragazzi con DSA a scuola e nel contempo propone linee guida di aiuto per i genitori.

La legge 170 riconosce espressamente l’importanza del ruolo della famiglia all’art. 6 “Misure per i familiari” che recita: 

Fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell’istruzione con DSA impegnati nell’assistenza alle attività scolastiche a casa, hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili.

La famiglia deve provvedere, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra, sia esso di libera scelta o della scuola, a far valutare l’alunno o lo studente secondo le modalità previste dall’Art. 3 della Legge 170/2010 così da consegnare alla scuola la diagnosi di cui all’art. 3 della Legge 170/2010. Successivamente condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo il PDP nel quale vengono specificate quali sono le strategie e gli strumenti che la scuola utilizza per aiutare il bambino nell’apprendimento. Si parla quindi di misure compensative e dispensative utilizzate secondi le necessità del bambino.

Questo è il primo passo da fare per tutelare il proprio figlio.

 

Ma i genitori? Le famiglie di bambini DSA, soprattutto nella prima fase, hanno bisogno di essere guidate alla conoscenza del problema, non solo in ordine ai possibili sviluppi dell’esperienza scolastica, ma anche informate con professionalità e costanza sulle strategie didattiche che di volta in volta la scuola progetta per un apprendimento quanto più possibile sereno e inclusivo, sulle verifiche e sui risultati attesi e ottenuti e sulle possibili ricalibrature dei percorsi posti in essere.

Scoprire che il proprio figlio ha una problematica inerente l’ambito scolastico non è facile da accettare ed è comprensibile che i genitori possano essere spaventati all’inzio. Uno degli aiuti per i genitori è il parent training. 

 

Occorre precisare ai genitori che nonostante queste diagnosi possono esser effettuate-confermate alla fine della seconda classe della scuola primaria di 1° grado (fine 3° per discalculia) è molto importante, in caso di sospetto chiedere una valutazione dei prerequisiti per poter prevenire diagnosi future e quindi programmare un potenziamento specifico ed evitare che le difficoltà, andando avanti con gli anni scolastici diventino sempre più severi.  


 Disturbi del comportamento dirompente e della condotta: portano a condizioni con problemi di autocontrollo delle emozioni e dei comportamenti. Si manifestano attraverso condotte che violano i diritti altrui e/o mettono l'individuo in contrasto con le norme sociali o gli individui che presentano l'autorità. Questi disturbi tendono a manifestarsi per la prima volta durante l'infanzia e l'adolescenza.

 

    Nello specifico possiamo avere:

 

Disturbo Oppositivo Provocatorio

 

Le caratteristiche che lo contraddistinguono sono: l'individuo è sempre in collera o risentito, ha un comportamento polemico e provocatorio (litiga spesso con le persone che rappresentano l'autorità perchè si rifiuta di rispettarne le richieste o perchè le sfida attivamente; irrita deliberatamente gli altri o li accusa del proprio comportamento scorretto), è vendicativo. Inoltre l'anomalia del comportamento deve essere associata a stress nell'individuo o in chi lo circonda e avere un impatto negativo nell'area sociale, scolastica, lavorativa o in altre importanti aree di funzionamento. 

 

 •   Disturbo della condotta

 

E' una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole sociali, in riferimento all'età, vengono violati. La sintomatologia consiste in aggressioni (l'individuo fa il prepotente, minaccia o intimorisce gli altri, usa violenza fisica e/o verbale verso persone o animali); distruzione della proprietà; frode o furto; gravi violazioni di regole (marina la scuola o non rientra a casa, già prima dei 13 anni, ovvero prima della fase adolescenziale).

 

Trattamento: il modello più utile e con una certa efficacia è quello multimodale, in cui l'approccio cognitivo comportamentale è parte integrante, unita ad interventi psicosociali sul minore, interventi sui genitori e counseling per gli operatori che interagiscono  con il ragazzo nei diversi contesti (scuola, sport, sociale).

 

Un ulteriore intervento di provata efficacia è il Coping Power Program un programma specifico di gestione delle condotte aggressive, in cui si programmano degli incontri di gruppo per i bambini e parallelamente degli incontri di gruppi (parent training) rivolti ai genitori.

 

Programma per la quale ho conseguito una formazione specifica, al momento unica in tutta la Regione Friuli Venezia Giulia.


Disturbo da deficit di attenzione e iperattività - ADHD: la caratteristica fondamentale è la presenza di persistente disattenzione e/o iperattività e impulsività. La sintomatologia va distinta dalla comune distrazione, vivacità o tendenza a rispondere di getto.

 

La disattenzione si manifesta, a livello comportamentale, come divagazione dal compito,     difficoltà a mantenere l'attenzione e a seguire istruzioni, disorganizzazione, scarsa accuratezza, facile distraibilità, sbadataggine.

L'iperattività è una eccessiva attività motoria in situazioni in cui essa risulta non appropriata.

 

L'impulsività, invece, si riferisce ad azioni affrettate (esempio rispondere prima che la domanda sia conclusa o interrompere gli altri).


Autismo Infantile

Cause: L'autismo ancora oggi è un mistero per la ricerca scientifica: ipotesi biologiche, genetiche, farmacologiche, cognitive si sviluppano e si confondono ma senza mai arrivare ad una completa definizione. L'autismo non ha una causa unica, ma è conseguenza di una varietà di problemi.

E' una sindrome (un insieme di sintomi) che può essere provocata da molteplici affezioni cerebrali che intervengono in epoca precoce: durante la gravidanza, al momento del parto o entro i primi tre anni di vita. Queste affezioni compromettono il normale sviluppo e funzionamento del Sistema Nervoso Centrale.

Ad oggi vi è ormai la certezza che l'autismo abbia origine da una componente biologica

costituzionale, che determina una grave compromissione della relazione interpersonale.

 

Diagnosi: una corretta diagnosi avviene attorno ai tre anni, ma i casi più gravi possono essere diagnosticati già a 18 mesi. Poichè ad oggi non esistono test fisiologici o esami di laboratorio in grado di determinare se una persona sia affetta da autismo, questo disordine viene diagnosticato in presenza di un certo numero di comportamenti caratteristici.

 

Caratteristiche principali: nei primi mesi di vita i bambini con autismo sono spesso descritti come bambini o passivi (richiede poca o nessuna attenzione da parte dei genitori) o estremamente agitati (durante le ore di veglia piange molto e ininterrottamente). Nei primi anni di vita alcuni bambini raggiungono tappe dello sviluppo molto in anticipo rispetto alla media, mentre in altri casi le stesse tappe vengono raggiunte con considerevole ritardo. Durante l'infanzia i bambini autistici possono restare indietro rispetto ai loro coetanei nelle aree della comunicazione, della socializzazione e percezione; possono manifestarsi comportamenti auto-stimolatori (comportamenti ripetitivi come dondolarsi, agitare le mani, ecc..) comportamenti autolesionistici (mordersi le mani, picchiare la testa, ecc..), problemi del sonno e dell'alimentazione, scarso contatto di sguardo, insensibilità al dolore, iper/ipo-attività e deficit dell'attenzione. Molti bambini diventano insistenti nelle routine: se una routine viene cambiata, anche di poco, possono essere sconvolti e diventare collerici. Con il passaggio alla pubertà molti problemi comportamentali possono diventare più frequenti e più severi.

 

Alterazioni sensoriali: molti individui sembrano soffrire di una alterazione di uno o più sensi. La percezione sensoriale può essere ipersensibile o iposensibile (presenza di "tinnitus", ronzio persistente nelle orecchie). Questa alterazione sensoriale può anche rendere difficile sopportare stimoli normali, e alcuni individui sono sulla difensiva dal punto di vista tattile ed evitano tutte le forme di contatto corporeo. Altri invece hanno poca o nessuna sensibilità tattile o al dolore.

 

Area Cognitiva: Molti individui autistici non comprendono che altri possano avere pensieri, piani e prospettive diverse dalle loro. Il 10% circa degli individui autistici ha isole di abilità fuori dalla norma, speciali talenti in musica, arte o nei calcoli. Molti hanno anche una capacità di attenzione molto ristretta o focalizzata (sovraselettività dello stimolo), cioè la loro attenzione è focalizzata su un solo, spesso irrilevante, aspetto di un oggetto. Circa la metà ha un linguaggio molto limitato o addirittura assente, alcuni invece ripetono parole o frasi (ecolalia); altri hanno una capacità linguistica.

 

Trattamento: Per i genitori può essere utile, soprattutto nelle prime fasi dopo la diagnosi, intraprendere un percorso di Parent Training per favorire una corretta modalità di interazione con il bambino e l'acquisizione di adeguate competenze psicoeducative. Inoltre il genitore verrà sostenuto e incoraggiato a prendersi cura di se stesso, a non rinunciare ai propri spazi, ai propri interessi e alle amicizie e superare i sensi di colpa e le paure.

Il programma è articolato in 9 incontri di cui i primi sei con cadenza quindicinale e i restanti tre con cadenza mensile.

Per i bambini nei primi anni di vita sarà utile un intervento specifico e di supportata efficacia quale l'Early Start Denver Model (ESDM); (Rogers e Dawson, 2010). E' un intervento manualizzato a base evolutiva e relazionale che incorpora le strategie naturalistiche dell'analisi comportamentale.

Lo scopo è quello di riportare i bambini con autismo all'interno del circolo delle interazioni sociali e allo stesso tempo colmare i gap che si sono accumulati in tutte le aree dello sviluppo dei bambini e tecniche di insegnamento comportamentali e naturalistiche ad alta precisione.


Disturbi d'ansia: si caratterizzano per paura e ansia persistenti o eccessive rispetto allo stadio di sviluppo. Mentre la paura è definibile come al reazione emotiva ad una minaccia persistente, sia essa reale o percepita, l'ansia è l'anticipazione di una minaccia futura, spesso accompagnata da reazioni fisiologiche come palpitazioni, dolori al petto e nausea.

Tipiche risposte comportamentali all'ansia sono la fuga e l'evitamento delle situazioni temute; mentre, sul piano cognitivo, vengono riportati pensieri negativi, irrealistico e catastrofici, paura di perdere il controllo ed impazzire, agitazione, ridotta capacità di concentrazione, di risoluzione dei problemi di pianificazione e di astrazione. Infine, nei bambini, i disturbi d'ansia si manifestano anche sotto forma di irritabilità, aggressività e lamentele somatiche.

 

A livello diagnostico possiamo avere:

 

•   ansia da separazione

•   fobia scolare

•   fobia sociale

•   attacchi di panico

•   disturbo d'ansia generalizzata


-    Disturbi dell'umore (depressione) 


 -    Disturbi psicosomatici


Disturbo da tic: il tic è un movimento involontario, rapido e ricorrente, non ritmico, oppure una produzione vocale che insorge improvvisamente e non presenta una finalità specifica apparente.  Tendono ad essere vissuti dal bambino come irrefrenabili, ma di solito possono essere soppressi per periodi di tempo, sono amplificati dallo stress e scompaiono durante il sonno. Possono essere tic semplici di tipo motorio e vocali oppure tic complessi sia di tipo motorio che vocale. Può essere transitorio (non maggiore a 12 mesi) e cronico a seconda del tempo di permanenza del disturbo, dato molto importante ai fini diagnostici.   

  

È importante evidenziare al riguardo la Sindrome di Tourette in cui sono presenti tic motori multipli e uno o più tic vocali; tale sindrome tende a peggiorare in adolescenza e tende a persistere in età adulta. I tic vocali sono anch'essi multipli con verbalizzazioni emotive esplosive, lo schiarirsi la gola, il brontolare, l'uso di parole oscene (coprolalia), spesso si associa anche comprassi a gestuale che in alcuni così può essere di natura oscena (coproprassia).


Balbuzie: sono una alterazione del ritmo dell'eloquio che interferisce con la comunicazione sociale con le prestazioni scolastiche e/o lavorative del soggetto. Abbiamo varie forme di balbuzia:

•  Tonica (ripetizione di un a sillaba o gruppo di sillabe)

•  Clinica (presenta un a aspetto spasmodico della parola, con blocchi sia nell'iniziare che nel proseguire il discorso)

•  Mista (clinica e tonica insieme).

 

La balbuzia se insorge prima dei 3 anni è definita fisiologica e primaria, mentre un'insorgenza dopo i 5 anni identifica una balbuzia patologia.


Mutismo selettivo: viene fatta tale diagnosi nei casi in cui un bambino pur esprimendosi normalmente a casa, negli ambienti familiari e con le persone con cui si sentono a loro agio, si "bloccano" e non riescono a parlare in presenza di estranei, fuori casa, in luoghi pubblici, in genere in tutte quelle situazioni che vengono avvertite come più ansiogene, fra le quali spesso i contesti scolastici. In alcuni casi i bambini possono smettere di parlare anche a casa.

 

I primi sintomi di solito compaiono entro i 3 anni di età, ma è verso i 5 anni di età con l'ingresso alla scuola elementare che il disturbo viene riconosciuto.


Disturbi ossessivi compulsivi: il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri o immagini, ricorrenti e persistenti, vissuti dall'individuo come intrusivi e indesiderati perchè al di fuori del suo controllo e del tutto irrazionali. Esse sono spesso accompagnate da emozioni sgradevoli come paura, disagio o dubbi sulla loro adeguatezza.

Le compulsioni, o "rituali", sono comportamenti ripetitivi o rituali mentali messi in atto proprio per ridurre l'ansia e il disagio connesso alle ossessioni o per prevenire situazioni temute. Sono un tentavo di riprendere il controllo e sfuggire al disagio.

 

Le ossessioni e le compulsioni possono causare una significativa compromissione del funzionamento della persona che ne è affetta, in più aree di vita, dalla socialità, al lavoro/scuola, alla famiglia, comportando una notevole sofferenza. Chi soffre del disturbo di solito nasconde le proprie preoccupazioni: percepisce i propri pensieri e comportamenti come assurdi., inquietanti e se ne vergogna. Questa consapevolezza sapiente a contrastare ossessioni e compulsioni con l'effetto di aggravare i sintomi e la sofferenza.

Esempi caratteristici di comportamenti Ossessivi-Compulsivi sono il lavarsi continuamente le mani nel timore di contaminazioni, disporre in un ordine ben preciso i libri sugli scaffali della libreria. Se non adeguatamente trattato, con il tempo, il disturbo porta a moltiplicare e intensificare i comportamenti ossessivi-compulsivi fino a determinare un serio scadimento della qualità di vita e un serio deterioramento delle relazioni familiari.


-  Difficoltà scolastiche


Educazione dei figli e sostegno alla genitorialità: il sostegno alla genitorialità è un accompagnamento per gli adulti che per motivi quali cambiamenti fisiologici legati alle varie fasi del ciclo di vita dei figli, eventi critici, separazioni, problematiche personali o dei figli ecc..vivono delle difficoltà nel loro ruolo genitoriale.

I percorsi di sostegno alla genitorialità mirano a comprendere e migliorare la relazione con i figli, gli stili educativi e comunicativi in famiglia per favorire una crescita migliore dei figli stessi. Si prefiggono di supportare i genitori nel loro ruolo, promuovere la consapevolezza dell'importanza di tale compito e di accrescere e rafforzare le competenze educative dei genitori stessi. Tutto ciò attraverso una maggiore comprensione del figlio (i suoi bisogni, paure, il modo di comunicare...ecc), di se stessi e della relazione con lui e una riflessione sugli atteggiamenti comunicativi ed educativi messi in gioco nel rapporto.

Sarà quindi possibile anche ripensare a nuove modalità di comportamento, di espressione e confronto con i propri figli. 


Separazioni conflittuali


Abuso sessuale